Salta links

Conferimento di una ditta individuale: Qual è la soluzione più vantaggiosa ? SRL o SAS a confronto.

Nel corso della professione più volte ci siamo imbattuti nella situazione in cui un padre di famiglia, titolare dell’omonima ditta individuale si trovasse nella situazione di avvalersi dell’aiuto del figlio o di altro componente della propria famiglia, per lo più talvolta in circostanze di collaborazione. In tale contesto oltre ai normali obblighi di legge, che vedono necessaria l’iscrizione di tali ausiliari all’Inps con la mansione di coadiuvanti, nasce l’esigenza di rappresentare in maniera veritiera la realtà, o anche iniziare a porre in essere ragionamenti di continuità aziendale in ottica di un futuro passaggio generazionale.

In tale circostanza l’operazione da tenere come riferimento è certamente il CONFERIMENTO.  

Il conferimento d’azienda rappresenta un’operazione di gestione straordinaria in quanto comporta una radicale riorganizzazione dell’attività produttiva dell’azienda. Il conferimento di azienda si realizza mediante il trasferimento di un complesso economico organizzato da un soggetto economico conferente ad un diverso ente conferitario, in cambio non di denaro, ma di una partecipazione al capitale della conferitaria

La casistica che rappresenta certamente quella più nota è il conferimento di una ditta individuale in una società a responsabilità limitata, questo perché talune volte si preferisce discernere il patrimonio personale da quello della neo costituenda società.

Ma è sempre la soluzione perfetta? È sempre la soluzione più vantaggiosa?

A mio parere ci sono PRO/CONTRO e bisogna valutarli sempre in riferimento al:

– ESIGENZE STRUTTURALI

– BUSINESS CHE REALIZZA

– STORICITÀ (INSIEME DI KNOW HOW).

Ad esempio un’azienda Leader in uno specifico settore, con un portafoglio clienti abbastanza importante e fidelizzato, che vanta anni di storicità ed una importante Brand identity certamente va incontro ad un rischio di mercato medio basso, tale per cui difficilmente avrà problemi nel pagare le obbligazioni sottoscritte. Pertanto in tal caso proporre un conferimento di tale ditta individuale in SRL sarebbe solo un aggravio di compiti dati dall’istituzione di una contabilità ordinaria certamente più complessa ed impegnativa rispetto ad un regime semplificato ove non si richiede la cosiddetta quadratura cassa/banca.

Inoltre ci sarebbero altre imposte da versare quale l’imposta di vidimazione dei libri sociali del valore di euro 309.87 annui e l’obbligo di deposito del bilancio, per non parlare della ritenuta a titolo d’imposta in caso tu volessi distribuirti eventuali utili prodotti. Tale ritenuta è del 26%.

Dunque ora che hai letto sei sempre convinto che il conferimento in una SRL sia sempre la soluzione migliore?

Conferire una ditta individuale in una Società in Accomandita Semplice dal punto di vista amministrativo lascerebbe tutto indenne. Ovvero contabilità in regime semplificato, dunque senza obbligo di quadratura cassa/banca e nessun deposito del bilancio ed inoltre per il principio di trasparenza gli utili prodotti dalla società verranno in capo al singolo socio in relazione alla quota detenuta. Evitando dunque il pagamento di quella brutta e fastidiosa imposta sostitutiva del 26%.

Analizziamo insieme alcuni punti di forza di tale situazione che spingono al conferimento di una ditta individuale in una società in accomandita semplice.

L’imprenditore che decide di conferire la propria attività aziendale in una società di persone SAS o SNC può essere spinto da diverse motivazioni.

 In primo luogo, la forma associativa rappresenta una valida opportunità di aggregarsi con altre persone creando una realtà più grande e produttiva sfruttando una forma, consentita dal legislatore, più vantaggiosa dal punto di vista fiscale.

L’intento infatti, è, solitamente, quello di ampliare la ditta individuale, valorizzarla e renderla più competitiva sul mercato. L’ingresso di nuovi soci permette anche un rafforzamento finanziario, permettendo alla compagine di affrontare progetti non sostenibili individualmente e creare una pluralità di idee e competenze.

Uno dei motivi primari rimane, tuttavia, il minor livello di tassazione che si ottiene, per esempio, con una società in accomandita semplice rispetto ad una ditta individuale. Il singolo imprenditore deve versare i contributi INPS, l’IRPEF in base al reddito, con l’esenzione dell’IRAP solo avendo un solo dipendente.

Passando ad una SAS con due soci al 50%, si dovrà versare l’IRAP ma, il socio accomandante, dovrà pagare solamente IRPEF e quello accomandatario aggiungere anche i contributi INPS calcolati sulla base della sua quota di partecipazione agli utili.

Facendo dei rapidi calcoli, si ottiene una considerevole percentuale di RISPARMIO sull’utile, che rimarrà così nelle tasche dei soci. Denaro che potrà essere utilizzato per fare nuovi investimenti oppure lasciato nella società. Da non dimenticare, nel caso di apertura di una SAS, anche l’acquisizione di una responsabilità limitata nei confronti dei creditori relativamente al socio accomandante. In questo modo, è quindi possibile, anche diminuire il fattore di rischio sul proprio patrimonio personale esercitando l’attività di impresa in forma associata. Oltretutto, il conferimento in una società di persone è una pratica abbastanza semplice da effettuare, non prevedendo particolari formalità e non dovendo effettuare stime e perizie del patrimonio conferito (a differenza del conferimento in una società di capitali).

ESEMPIO DELLA DOPPIA CASISTICA DI UN CONFERIMENTO DI DITTA INDIVISUALE IN SRL E IN SAS.

LA BASE DI PARTENZA È LA STESSA DITTA INDIVIDUALE CHE ANNUALMENTE REALIZZA UN UTILE DI EURO 50.000.

Tipo socialeUtileIRPEF/IRESIRAPINPSDistribuzione utili 26% per S.R.L.Totale tassazione
Ditta individuale45.000IRPEF 12.288*2.236– 3.600 Min – 7.344 IVS – 10.944 Tot25.468 ossia 56% dell’utile
SAS45.000 Da ripartire x 3 soci– IRPEF – 5658**2.236– 3.600 Min solo x socio accomandatario – No IVS11.494 Ossia 25.00% dell’utile
SRL45.000 da ripartire x 3 soci24% IRES = 10.8002.2363.600 solo x soci lavoratori– Utile – IRES – IRAP = 31.963 Tassazione 26% = 8.310 – Netto x socio = 7.88421.347 Ossia 47% dell’utile

* Fino a 15.000 aliquota 23%à 3.450

Da 15.000 a 28.000 aliquota 25%  à 3.250

Da 28.000 a 45.000 aliquota 35% à 5.950

Totale = 12.650 – detrazione per redditi assimilati a redditi da lavoro dipendente 362 à 12.288 IRPEF

** Reddito per socio à 45.000 / 3 = 15.000

Fino a 15.000 aliquota 23% à 3.450

Totale per socio 3.450 – detrazione per redditi assimilati a reddito da lavoro dipendente 1.564 à 1.886

Totale x 3 soci = 5.658

Come si può evincere dalla tabella il passaggio dalla ditta individuale ad una società in accomandita semplice (SAS), rappresenta la soluzione in tale contesto più vantaggiosa poiché si raggiunge addirittura un potenziale RISPARMIO di circa (25.468-11.494) =13.974 euro circa.

Ripeto la scelta del tipo sociale è sempre da convenire ad hoc per ogni tipo di cliente ed è da valutare in base al settore e rischio di mercato, pertanto altre volte si può pensare anche di pagare un po’ di più ma tutelare altri diritti come la piena salvaguardia del proprio patrimonio personale cosa che si realizza con l’istituzione di una società a responsabilità limitata (SRL)

Lascia un commento

Questo sito Web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza sul Web. Scopri di più